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58 | italia artistica |
due affreschi rappresentanti, quello a destra la Vergine e quello a sinistra il tradizionale S. Cristoforo, ma ridotto a proporzioni naturali. Lo stesso artista affrescÒ le pareti interne del piccolo tempio.
Gli affreschi narrano gli episodi più salienti della vita e del martirio di Orsola santa e delle sue undicimila compagne vergini e martiri, fantasiosa leggenda svoltasi dalla interpretazione di Undecimilla (undecima figlia), grazioso sopranome di Orsola. E il tema caro al Carpaccio e a Caterina Vigri, la santa bolognese. In una parte della parete a destra di chi entra. Orsola, la formosa figliuola di Dionnoc, re di Cornovaglia, riceve dal Papa la bandiera sacra, che deve condurla con le sue compagne invitte nella fede al valoroso Conon, conquistatore dell’Armorica. Nella parete di fronte, il corteo delle vergini, benedetti i due supplicanti, si prepara a partire.
A destra dell’altare, la flottiglia portante la primavera del sangue britanno, si avanza sul fiume a vele spiegate, sventola a poppa la croce bianca in campo rosso. A sinistra, le belle teste altiere e pensose cadono sotto le spade degli Unni, il cui capo Gauno invano anelò alle nozze della vergine cristiana. Continuando, sulla parete di destra raccolte in larghe casse le teste virginee in atteggiamento sereno, come di gente, che saluta nella sera precoce l’aurora di un giorno, che non conosce tramonto, riposano belle anche nella morte. Ai fianchi della porta, son dipinti episodi personali di Ainardo di Margherita da una parte. Ainardo morente consolato da S. Orsola: dall’altra. S. Orsola che conforta sul letto di morte Margherita di Carintia.