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La chiesetta della Difesa, compiuta nel 1512 per un voto fatto nel 1509, ricorda l'invasione degli Imperiali. A sinistra dell'altare, in rozzo affresco, v'è dipinto un sa- cerdote, che celebra la Messa circondato da molti Cadorini in giubba rossa e calzoni bianchi, in alto il castello di Pieve e, più sopra, la Madonna e il tempietto votivo. Un'iscrizione dice: MCCCCCXIII ― ADI X DE DE ― CEMBRIO. SIANDO. ELP ― AESE. IN GRADA FOR ― TUNA. DATODESCHI ― EL PLEBANO, CON EL ― SUO POPULO, FECE. VO ― DO. DEFARE.VNA, GESI ― A. ALAUDE. DE LAMADONA. Evidentemente la coltura classica del Rinascimento non toccò queste vallate e l'arte epigrafica ebbe tempo di svolgersi, per venire alle enfatiche iscrizioni del Risorgimento italiano.
La chiesa parrocchiale a tre navate gotiche, costruite in tempi diversi, ha sulle pareti laterali del coro due quadri di T. Da Rin. Il quadro dei Profanatori del Tempio mostra la buona composizione, il tocco vigoroso e il colorito vivace del pittore cadorino e l'altro quadro Gesù in mezzo ai fanciulli manifesta l'evoluzione del Da Rin verso una tecnica e un criterio più moderno di concepire l'arte. Il Besarèl ha, nel primo altare laterale sinistro, una splendida pala scolpita in legno.
Molto più importante, nei riguardi dell'arte, è la chiesa di S. Orsola, dichiarata monumento nazionale.
La bella chiesina si proietta sullo sfondo dei boschi e sulle grigie dolomiti. Fu eretta, nel 1344, da Ainardo di Vigo, figlio di Odorico podestà del Cadore, per conto dei Caminesi. Gli affreschi furono ordinati da Pandolfo di Lienz, secondo marito di Margherita di Lisach in Carintia.
Grazioso nella sua semplicità l'ampio sporto, che protegge la facciata, adorna di