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Il vecchio castello tornava in potere de’ Veneziani, il 10 dicembre. Nei mesi seguenti, nonostante gli eroici sforzi dei Veneziani e dei Cadorini, il Cadore fu nuovamente messo a ferro e a fuoco dai nemici. Ritiratisi i Tedeschi a Belluno, 800 Cadorini ebbero ancora il coraggio di portarvisi per sfidarli.

Il generale Anhalt ebbe ordine, allora, di invadere, dalla parte del Màuria, l’indomita regione. I Cadorini tornati, in fretta, da Belluno lo attesero coi Veneziani a Vallesella e lo sconfissero completamente, uccidendogli 800 soldati (novembre 1506). Le battaglie di Rusecco e di Vallesella fiaccarono la potenza alemanna e le gole e le valli cadorine divennero terribilmente celebri nei ricordi degli invasori. Venezia, cessato l’uragano di guerre, che ne minacciò fin l’esistenza, inscrisse nel Libro d’oro i poveri abitanti del Cadore, in compenso della loro eroica fedeltà e valore. Si ebbero, dipoi, lunghi anni di tranquillità. Il vecchio castello, che, durante le guerre, fu abbattuto, ma tosto rialzato, nella pace, soggiacque miseramente. Le sue pietre servirono al coro della chiesa e ad altre costruzioni. Ma, ora, sulle sue fondamenta, irti di bocche ignivome si alzano i forti dominanti le valli del Piave e del Bòite e sul Bòite, là