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44 | italia artistica |
sini divisi tra loro da barriere naturali vissero una vita propria legata alla grande Comunità solamente da interessi supremi. In questo ambiente il carattere cadorino potè conservarsi per secoli e secoli, riducendo le infiltrazioni provenienti dall'esterno. Robusto, sano, il Cadorino s'accontenta di poco, per vivere: indurisce nelle fatiche con stoica tranquillità. Combatte per tutto quello che stima suo diritto con la tenacia delle sue roccie. Orgoglioso della sua storia, ne rammenta i fasti con sincerità commovente.
Accorto abitatore delle montagne, che magnifica in patria e a cui torna dai lontani paesi con un pensiero di nostalgia, sa tutti i piccoli ripieghi e tende al guadagno con assiduità mirabile: il sospetto di perdere lo rende timido amico delle larghe istituzioni economiche moderne. Acuto d'ingegno, ha parola pronta, sagace, persuasiva, non disgiunta dalle molli flessuosità venete. Ospitale, accoglie con bontà cortese, senza trascurare le buone occasioni per fare il proprio interesse. Non molto istruito, perchè lontano dai centri popolari di coltura e, fino a pochi anni addietro, poco tenero della istruzione elementare, portato fuori dal suo campo pratico esprime il suo pensiero faticosamente, enfaticamente. Tale è il carattere della generazione, che vide il 48: la nuova, a poco a poco, va mutandosi per le novissime forme del pensiero critico e dei criteri morali, che l'emigrazione e la crescente frequenza dei visitatori importano di continuo.
Anche nella generazione nuova, però, permane vivissimo il ricordo dei grandi, che illustrarono la patria. Tiziano vive ancora tra essi, come tornava tra essi, sempre che avesse un po' di tempo, per rivedere i suoi monti.
A' tuoi monti tu pur dall'Adria ogn'anno,
Vinto da patrio affetto,
Tiziano, venivi ad ispirarti
Onde tanta di genio ala spiegasti.
Ecco il Ròccolo di S. Alìpio, un nido verde, gaio, appeso alla roccia nuda, a picco, contro cui batte e spumeggia il Piave risonante. Da quel nido verde in cui l'ombra nera de' carpini si intreccia con la sfumata, tenue ombra de' larici frangiati e un tappeto di smeraldo s'adagia sul declivio molle del poggio, Tiziano, narra il popolo, e lo conferma il grande quadro della Presentazione, ritraeva le Marmaròle. E non solo le Marmaròle. ma tutto il paesaggio cadorino balzava vivo, splendido nei quadri del sommo colorista. E nel paesaggio la flora de' suoi monti e le roccie a picco sormontate dai piccoli abeti abbarbicati ai greti e le verdi praterie spruzzate di cespugli in fiore e la cupa ombrìa delle selve e le dolomiti, ora emergenti da un mare di nebbia, ora velate quasi interamente da essa, ora fasciate dai boschi nereggianti: e la luce delle aurore e dei tramonti e gli spettacoli delle nubi in tempesta, o delle