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30 | italia artistica |
mente alle roccie. Alle travi traversali si appoggia una cancellata mobile di altre grosse travi verticali con tanto intervallo tra loro, che lasci libero il passaggio dell’acqua e rattenga il legname fluitante. Le taglie e le travi arrivano, si avvicinano, si dispongono, s’addossano, come mandra, che agogni all’uscita. Alla metà di luglio, s’alza la sbarra e i legni sfilano lentamente e ognuno entra nella roggia, che lo condurrà alla sega del proprio padrone. In quei giorni di febbrile lavoro, al Cìdolo ferve Feraròlo, e più al cìdolo sul Piave, ove passano, ogni anno, circa 210 mila taglie e 10 mila travi, che al cidolo sul Bòite, ove passano, ogni anno, circa 60 mila taglie e 20 mila travi. E il legname cadorino non passa tutto per i cìdoli perchè
il carettier per le precipiti
vie tre cavalli regge a un carico
di pino da lungi odorante.
Gran parte del legname vien ridotta in tavole dalle 132 e più seghe, poste lungo la vallata del Piave, da Peraròlo a Longaròne. Le assi si uniscono e legano in zàttere su fondo di travi; le travi si uniscono e legano in barche. Zàttere e barche dirette dagli zattèri, che sanno tutte le insidie dei gorghi e tutta la forza del fiume, si dirigono lentamente alla loro destinazione. Qualche piccola parte del legname vien condotta, per la via di Lamagna, fino a Belluno, sui carri.
La via di Lamagna, a Peraròlo, comincia a salire rapidamente. Essa, ora si serra strettamente al M. Zucco, ora s’avanza arditamente sul burrone precipite del Piave e domina Caralte, antico, grazioso, sorridente villaggio, adagiato sur un vero pianoro.