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pieri e, a Candide, quel tozzo palazzo Gera, ove l'arte sorride soltanto nelle inferriate ad occhio, in ferro battuto, graziose inferriate, sormontate da un fregio sbocciante in fiore.
La pittura lascia uno sprazzo di bellezza negli affreschi di S. Orsola in Vigo. Nel cinquecento Tiziano rivela al mondo il nome del suo bel paese, ma il suo bel paese, o per fortuna di cose, o per mancanza di tempo, o per la povertà delle chiesine della patria pur cara, non ha alcun lavoro, che possa indiscutibilmente dirsi suo, mentre gli altri Vecelli sparsero le loro tele mediocri in quasi tutte le chiese cadorine.
Nell'ultimo secolo, l'architettura ha prodigato di molti e costosi lavori. Il Segusini vi eresse alcune chiese e nelle chiese vecchie e nelle nuove il De Min e T. Da Rin moltiplicarono tele e affreschi. Ma nell'architettura è un continuo sforzo di rinnovare la linea classica, di riprodurre gli atri a colonne e le rotonde cupole, sforzo inutile anzi stridente, dove tanti fasci di guglie acuminate, tante dolci curve di valli e di schiene di poggi contrastano colla fredda linea classica e quel biancore sfacciato dei muri stona colle iridi dei colori e le grigie dolomiti e i pascoli verdi e i boschi e le terre