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gislazione economico-sociale perdurò da quei lontanissimi tempi fino alla caduta di Venezia: in tutto il Cadore andare a faula significò, sempre, andare a Consiglio.

Coi Franchi venne la divisione in Contee e delle Contee in Centene: il Cadore formò precisamente una centena della contea del Friuli. Caduti i Carolingi, continuò a dipendere dal Friuli. Ottone primo staccò il Cadore dal Friuli, per aggregarlo al margraviato di Carintia e, per conseguenza, al ducato di Baviera di cui la Carintia era un feudo. Lo stesso imperatore frazionò le grandi in piccole Contee, o Comitati e allora (974) il Cadore formò un Comitato a sè. Allo spegnersi della dinastia sveva, Aquileia diventa indipendente sotto il governo dei suoi patriarchi: i patriarchi reggono il Cadore per mezzo di un subdomino.

Nel 1138, un Collalto era feudatario del Cadore per conto di Aquileia. Guecello Da Camino figliuolo di Gabriele e di Matilde di Collalto ha in eredità dallo zio materno Alberto la Curia del Cadore. I Da Camino dal nucleo di possessi ereditati, parte per investitura, parte per acquisto e per patti coi patriarchi, estendono la loro signoria su tutta la regione cadorina, salvo alcune montagne rimaste ai vescovi di Frisinga, La signoria dei Da Camino dura da Guecello figlio di Gabriele (1138), che assistette a Venezia all’umiliazione del Barbarossa con homini trenta e, poi, andò a visitare il sepolcro di Cristo per la redenzione dell’anima sua e a sconto de’ suoi peccati, a Rizzardo sesto, battuto sui campi di Sacile dai Patriarcali e morto, quando stava per scuoterne il giogo secolare (1335): il Cadore, sotto Baquino terzo, ha il suo primo Statuto (1235).