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I Romani guadagnarono la valle del Piave, facendo prima centro militare il Castrum Lacbatii (Castellavazzo), poi, risalendo il fiume, posero un Castrum intorno all’odierno Montericco, dominante le vallate del Piave e del Bòite. Lo attestano una statuina romana, un genietto elegantissimo, una patera di rame portante la scritta Marti Cornelia L. S. Ossa e molti altri oggetti dell’età romana ritrovati negli scavi di Montericco e in altri luoghi del Cadore. Al Catubrium i Romani tenevano assai per i boschi ricchi di ottimo legname da navi: e in Cadore, in grazia degli offici govern- nativi, si stabili e acquistò terreni qualche famiglia romana. Insistente nel Cadore e nel Veneto il nome della famiglia Saufeia, ricchissimi romani dei tempi di Cicerone, di cui godevano l’intimità. Le monete battute col nome di Lucius Saufeius ci apprendono, che egli era uno dei tribuni aerariales, mandati tra questi monti dai lontani padroni.
Siamo, naturalmente, in pieno paganesimo celtico, modificato dal romano venuto dal sud per il Piave. Il Cristianesimo vi penetra dall’est per il Tagliamento e il Màuria con S. Ermagora e Fortunato, e, quasi, contemporaneamente, dal sud, con i messi di S. Prosdocimo evangelizzatore di Padova, Feltre e Belluno.
Fin dal primo secolo, o poco dopo, sorge intorno a Montericco il pagus e con esso i primi edifici destinati al culto: al pagus concorrono le plebes disperse nei vici