Pagina:Lorenzoni Cadore 1907.djvu/16

10 italia artistica

ganei, dai Veneti cacciati dalla bella pianura e sospinti sempre più al nord, cercarono anch’essi rifugio in questi recessi: lo attesta una loro lapide scoperta a Pozzàle e un’altra a Lozzo di Cadore, e lo dicono i vasi di terra cotta e di vetro finamente lavorati, gli utensili di bronzo e gli oggetti femminili rinvenuti qua e là nel Cadore. I Veneti seguirono gli Euganei e Veneti ed Fuganei furono, a poco a poco, assorbiti dal vigoroso elemento retico. I Romani sopravvenuti, probabilmente, quando Tiberio e Druso (15 d. C.) conquistarono la Vindelicia e il Norico, assoggettarono i Reti abitanti da tanto tempo nelle vallate poste al di qua e al di là delle Alpi venete e fusero talmente nella propria la lingua retica, che Graziadio Ascoli potè riscontrare nel Comelico, la parte settentrionale del Cadore, una vera isola ladina.

Fra i Reti assoggettati vi dovettero essere anche i Cadorini. Inutile ricamare etimologie: il nome Cadorini appare, la prima volta, in una epigrafe encomiastica scoperta, a Belluno, nel 1888: l’epigrafe fu posta da Papiria al marito Pudente ...patrono Catubrinorum. Catubrini, dunque, si chiamavano gli abitanti delle vallate a nord di Belluno e Catubrium, di conseguenza, il paese da loro abitato, I Catubrini doveano essere tra quei Raetica oppida di cui parla Plinio, benchè egli nomini solamente i Feltrini e i Tridentini.