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92 | xi - la rappresentazione di san giovanni e paolo |
Nel tuo arbitrio, Dio, mi son rimesso:
disposto e fermo non adorar piúe
altro che te, dolce signor Gesúe.
Giovanni, inginocchiati che sono tutti aFonte/commento: Edimburgo, 1912 tre:
O Dio che desti a Giosué l’ardire
e grazia ancor che ’l sol fermato sia,
e che facesti mille un sol fuggire,
e diecimila due cacciassin via,
e che facesti della fromba uscire
il fatal sasso che ammazzò Golia;
concedi or forza e grazia a questa mano
del tuo umiliato Gallicano.
Un angelo apparisce a Gallicano con una croce in collo, e dice:
O umil Gallicano, il cor contrito
a Dio è sacrifizio accetto molto;
e però ha li umil tuo’ prieghi udito
ed è pietoso al tuo disio or vòlto:
va’ di buon core in questa impresa ardito,
ché ’l regno fia al re nimico tolto;
daratti grande esercito e gagliardo:
la croce fia per sempre il tuo stendardo.
Gallicano colle ginocchia in terra:
Questo non meritava il cuor superbo
di Gallicano e la mia vanagloria:
tu m’hai dato speranza nel tuo verbo,
ond’io veggo giá certa la vittoria.
O Dio, la mia sincera fé ti serbo,
sanza far piú de’ falsi dèi memoria.
Ma questa nuova gente onde ora viene?
Solo da Dio, autor d’ogni mio bene.