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88 | xi - la rappresentazione di san giovanni e paolo |
né so come ben far possa quest’io,
se prima sane non vi rendo a Dio.
O care, o dolci sorelle, sappiate
che questo corpo di lebbra era brutto;
e queste membra son monde e purgate
dall’autore de’ ben, Dio, che fa il tutto:
a lui botai la mia verginitate,
finché sia il corpo da morte destrutto:
e servir voglio a lui con tutto il core:
né par fatica a chi ha vero amore.
E voi conforto con lo esemplo mio
che questa vita, ch’è brieve e fallace,
doniate liete di buon core a Dio,
fuggendo quel che al mondo cieco piace:
se volterete a lui ogni disio,
arete in questa vita vera pace,
grazia d’aver contra ’l demòn vittoria;
e poi nell’altra vita eterna gloria.
Artemia.
Madonna mia, io non so come hai fatto:
per le parole sante, quali hai detto,
io sento il cuor giá tutto liquefatto,
arder d’amor di Dio il vergin petto:
e mi senti’ commuovere ad un tratto,
come, parlando, apristi l’intelletto:
di Dio innamorata, son disposta
seguir la santa via che m’hai proposta.
Attica.
Ed io, madonna, ho posto un odio al mondo,
giá come fussi un capital nemico:
prometto a Dio servare il corpo mondo:
con la bocca e col cuor questo ti dico.