Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
xi - la rappresentazione di san giovanni e paolo | 87 |
Gallicano si volta a Costantino, e dice:
Io vo’ baciarti il piè, signor sovrano,
prima ch’io parta, ed a mie figlie il volto.
E credi che ’l fedel tuo Gallicano
Giovanni e Paul tuo osserva molto:
l’uno alla destra; alla sinistra mano
l’altro terrò, perché non mi sia tolto;
se senti alcuna loro ingiuria o torto,
tu puoi dir certo: — Gallicano è morto.
E, voltatosi a’ cavalieri, dice:
Su cavalier, cotti e neri dal sole,
dal sol di Persia, ch’è cosí fervente!
Il nostro imperador provar ci vuole
tra’ ghiacci e neve di Dacia al presente:
la virtú il caldo e il freddo vincer suole;
periglio, morte alfin stima niente.
Ma facciam prima sacrifizio a Marte,
ché sanza Dio val poco o forza o arte.
Detto questo, fa sacrifizio in qualche luogo dove non sia veduto altrimenti: di poi si parte con lo esercito, e ne va alla impresa di Dacia.
Costanza ad Attica ed Artemia, quale lei converte:
O care mie sorelle in Dio dilette,
o cara Artemia, o dolce Attica mia;
io credo il vostro padre mi vi dette
non sol per fede o per mia compagnia,
ma acciò che sane, liete e benedette
vi renda a lui quando tornato fia;