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86 | xi - la rappresentazione di san giovanni e paolo |
Vòltosi alle figliuole, dice:
E voi, figliuole mie (da poi ch’e’ piace
ch’io vada in questa impresa al mio signore),
pregate Giove che vittoria o pace
riporti sano, e torni con onore:
se lá resta il mio corpo e morto giace,
il padre vostro fia lo imperadore;
per lui i’ metto volentier la vita:
Costanza mia da voi sia riverita.
Una delle figliuole di Gallicano:
Quando pensiam, padre nostro diletto,
che forse non ti rivedrem mai piúe,
copron gli occhi di pianto il tristo petto.
E dove lasci le figliuole tue?
Giá mille e mille volte ho maladetto
l’arme e la guerra e chi cagion ne fue.
Benché un buon padre e degno ci abbi mostro,
pur noi vorremmo il dolce padre nostro.
L’altra figliuola, a Costantino:
Alto e degno signor, deh, perché vuoi
che noi restiam quasi orfane e pupille?
Risparmia in questa impresa, se tu puoi,
il padre nostro: de’ suoi par c’è mille,
ma altro padre piú non abbiam noi;
contentaci, ché puoi; facci tranquille.
Costantino:
Su, non piangere: il vostro Gallicano
tornerá presto con vittoria e sano.