Pagina:Lorenzo de' Medici - Opere, vol.2, Laterza, 1914.djvu/83


xi - la rappresentazione di san giovanni e paolo 77


Costanza, poich’è giunta alla sepoltura di sant’Agnesa, dice:


     O Vergin santa, d’ogni pompa e fasto
nemica e piena dell’amor di Dio,
pe’ merti dello sparso sangue casto
ti prego vòlti gli occhi al mio desio:
abbi pietá del téner corpo guasto,
abbi pietá del vecchio padre mio:
bench’io nol merti, o Vergin benedetta,
rendimi al vecchio padre sana e netta.

Addormentasi; e sant’Agnesa le viene in visione, dicendo:


     Rallégrati, figliuola benedetta.
Dio ha udito la tua orazione
ed esaudita, ed ègli suta accetta,
perch’ella vien da vera devozione,
e se’ libera fatta, monda e netta.
Rendi a Dio grazie, ché tu n’hai cagione;
e per questo mirabil benefizio
ama Dio sempre ed abbi in odio il vizio.

Costanza si desta e dice:


     Egli è pur vero. Appena creder posso,
e vedo e tocco il mio corpo esser mondo:
fuggito è tutto il mal che aveva addosso;
son netta come il dí ch’io venni al mondo.
O mirabile Dio, onde se’ mosso
a farmi grazia? ed io con che rispondo?
Non mia bontá o merti mia preteriti,
ma mosso han tua pietá d’Agnesa i meriti.
     L’odor suave di sua vista casta,
come incenso salí nel tuo cospetto;
ond’io, che son cosí sana rimasta,
fo voto a te, o Gesú benedetto,