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76 | xi - la rappresentazione di san giovanni e paolo |
e, se pur v’è venuta, prestamente
nella mia prima etá fussi fuggita:
piú dolce è una morte veramente
che morire ad ogn’ora in questa vita,
e dare al vecchio padre un sol tormento,
che, vivendo cosí, dargliene cento.
Un servo di Costanza.
Bench’io presuma troppo o sia importuno,
madonna, pur dirò quel che m’occorre:
quando un mal è sanza rimedio alcuno,
a cose nuove e strane altri ricorre:
medicina, fatica o uom nessuno,
poiché non può da te questo mal tôrre,
tentar nuovi rimedi è ’l parer mio,
ché, dove l’arte manca, abbonda Dio.
Io ho sentito dir da piú persone
che Agnesa, la qual fu martirizzata,
a’ parenti è venuta in visione,
e credesi per questo sia beata:
io proverrei ad ir con devozione
lá dove questa santa è sotterrata:
raccomándati a lei con umil voce:
e’ non è mal tentar quel che non nuoce.
Costanza.
I’ ho giá fatte tante cose invano,
che questi pochi passi ancor vo’ spendere;
se ’l corpo mio debbe diventar sano,
questa è poca fatica: io la vo’ prendere;
e forse l’andar mio non sará vano.
Giá sento in devozione il cuore accendere,
giá mi predice la salute mia:
orsú, andiam con poca compagnia.