Pagina:Lorenzo de' Medici - Opere, vol.2, Laterza, 1914.djvu/71


CAPITOLO VI

[Orazione a Dio.]


     O venerando, immenso, eterno Lume,
il quale in te medesimo te vedi,
e luce ciò che luce nel tuo Nume!
     O infinita vista, che procedi
da te, e per te luci, e per te splende5
ogni splendor pel lume che concedi!
     O occhio spirital, qual non comprende
se non la vista spirital, pel quale
e qual solo e non altro vede e intende!
     O vita d’ogni vedente immortale,10
o di qualunque vive intero bene,
che adempi ogni desir, che di te cale;
     tu accendi il disio, e da te viene
che d’ogni bene è la voglia ardentissima,
perché ogni ben se’ tu, o sola spene.15
     O vera luce micante e purissima,
te per te priego, che la vista oscura
di caligine purghi, e sia chiarissima,
     acciò ch’io vegga la tua luce pura;
perché tu nel mio cor la sete accendi,20
tu fa che ’l ghiaccio suo s’infiammi ed ura.
     L’occhio mio parvo amplifica e distendi,
perch’io ti vegga, e la pupilla bassa
innalza, acciocché sopra il cielo ascendi.
     Nell’interiore mio penetra e passa:25
la tua profonditá profonda piú
che altra profonditá, qual piú s’abbassa.


Lorenzo il Magnifico, Opere - ii. 5