E come sanza madre è il santo Numine,25
cosí sanza materia netto e puro
si separi dal corpo il nostro acumine.
Mostri questo il cammin vero e sicuro,
e sia allo intelletto mio quel Sole,
ch’ogni confuso levi ed ogni oscuro.30
Or perché qui la mia Musa si duole
spesso da me chiamata, or derelitta
accusar me d’ingratitudin vuole.
Musa, tu le parole e ’l verso ditta,
e quella luce che Minerva prome,35
come mostra è da lei, cosí sia scritta.
Apollo, s’ami ancor le caste chiome
della tua tanto disiata Danne,
soccorri a chi ritiene il suo bel nome;
e tanto del tuo sacro furor dánne,40
non quanto a me conviensi, ma al subietto
di che debbo cantar, bisogno fanne.
Tua grazia abbondi piú, s’è piú il difetto,
acciò che quel che soggiunse Marsiglio
ne’ versi chiuda come ho nel concetto.45
Qual riguardando noi con lieto ciglio
disse: — Come veggiam, qui non è il bene,
Alfeo padre, in etá tu Lauro figlio.
Mentre è legata in corporal catene,
e in questo oscuro carcer l’alma accolta,50
sempre ambiguitá, sempre ardor tiene.
Anzi nel corpo in tanto errore è involta,
che non ha di se stessa cognizione,
sin che in tutto non è libera e sciolta.
Dunque veggiam, che la separazione55
che fa l’alma dal corpo, ch’è beata,
ne dá di questo ben la perfezione.
La divina giustizia al ben far grata
serba, come pria dissi, questa palma
all’anima, che a Dio è dedicata.60