I ben della nostr’anima vivente25
son divisi da’ savi in parte bina,
l’una razional, l’altra che sente.
La ragion tiene in sé parte divina,
il senso comun è con gli animali,
e per due vie in questo si cammina.30
La prima è che’ sensi tuoi sien tali
da far perfettamente il loro uffizio;
la seconda è i diletti sensuali.
Qui Aristippo errò con van giudizio,
e qui pose la mira troppo bassa,35
pigliando d’esti l’uno e l’altro vizio.
Alcuna spezie d’animal ne passa,
perché hanno certi sensi piú acuti,
che l’alma nostra infastidita e lassa.
Sarieno adunque piú felici i bruti;40
ed oltr’a questo per gli acuti sensi
piú dispiacer che piacer sonsi avuti.
S’egli è piú il mal che il ben, certo conviensi
che piú cose si gusti, odori e cerna
con dispiacer, né so qual ben compensi.45
Diletti sensual son guerra eterna:
innanzi hanno un ardor che ’l cor distrugge;
sospizion gli accompagna e governa;
poi pentimento, quando il piacer fugge;
e tanto dura questa voluttate50
quanto il cor, per l’ardor, disia e rugge;
ché tanto dura la suavitate
del ber, quanto la sete il gusto invischia:
se quella manca, e tal felicitate.
Nulla col suo contrario star s’arrischia:55
ben non è dunque, anzi piuttosto male,
dove dolor con voluttá si mischia.
Qui s’assolve la parte sensuale,
e viensi all’altra, chi ben si rimembra,
piú bella, che detta è razionale.60