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nota 345

dal cod. Marciano, e quelle del Commento, in minor numero, non sono che le correzioni agli errori, registrate in fine del libro e dallo Zeno rimesse al proprio luogo.

Quale la fonte di questa piú antica stampa del Commento e delle Rime del Magnifico? Deriva essa direttamente dai mss. che ci sono pervenuti, o ci richiama per altri rami ad un esemplare perduto?

Dopo un esame minuto ed analitico dei codici e dell’aldina, che conto di dare nella prefazione dell’edizione maggiore, credo di poter sicuramente affermare che la stampa curata nel 1554 da Paolo Manuzio non è altro che la trascrizione piú o meno fedele del cod. Vaticano 3219, giá appartenuto ai Bembo; trascrizione dovuta ad un amanuense di mediocre coltura il quale, se tentò di correggere i molti errori della sua fonte, talvolta dove il senso era limpido, anche cogliendo nel segno, vi aggiunse altri errori, altre inesattezze, altre ommissioni. Non solo: ma per un breve tratto del Commento, che va nel cod. Vaticano da c. 159 v a c. 168 v, conviene ammettere, piú che una negligenza del copista, un proposito deliberato di correggere e di compendiare la sua fonte, tante e cosí profonde sono le divergenze fra i due testi. Questa l’ipotesi che apparisce piú fondata; poiché è per lo meno strano che solo per queste poche pagine l’editore dell’aldina si sia servito di un’altra fonte, che non può essere nessuno degli altri mss. pervenutici, quando per tutto il resto la coincidenza dell’aldina col codice Vaticano, e con esso soltanto, può dirsi perfetta. L’esame interno del ms. Vaticano e dell’aldina conferma quindi l’ipotesi, che si affaccia subito a chi pensi che il ms., passato pel testamento di Fulvio Orsini alla Vaticana, appartenne a mons. Torquato Bembo, legato d’amicizia con Paolo Manuzio, e rimase per lunghi anni nella biblioteca di Padova, prima che seguisse le sorti del famoso canzoniere autografo del Petrarca (Vat. 3195).

c) Altre edizioni del Cinquecento.

1. Selve d’Amore. Stampate due volte a Venezia nel 1515 e nel 1522 pei tipi di Giovan Francesco e Giovan Antonio Rusconi.

2. Opere | dello elegantissimo | poeta Seraphino Aquilano | nuovamente con diligentia | impresse con molte cose aggiunte || Impresso in Firenze per Philippo di Giun | ta nel M. D. XVI. di Dicembre. A c. 33 v il son. cxxxi: «Vedo iustitia lachrymosa e