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centemente numerate oltre a due di guardia in principio e in fine. A c. 1 r: Poesie di Lorenzo de’ Medici e di Angiolo Poliziano, di mano dell’erudito bergamasco Sebastiano Muletti. A c. 2 v: «Poesie inedite del Magnifico Lorenzo de’ Medici tratte da un ottimo M.scritto del sig. Apostolo Zeno. 1758», a cui il Muletti aggiunse di sua mano: «Copiate dall’ab. Bartolomeo Maria Piantoni (per me) Sebastiano Muletti». Le rime di Lorenzo vanno da c. 3 r a c. 14 r e comprendono 17 canzoni a ballo, le Sette allegrezze d’Amore e 3 canti carnascialeschi. A c. 16 r cominciano le «Poesie inedite di Messer Angelo Poliziano tratte da un ottimo M.critto dal S. Ab. Pierantonio Serassi. 1758».
50. Trivulziano 1038 [Tr.]. Cart. in f. del sec. xix. Medici Lorenzo, Giuliano e Piero. Poesie tratte da Codici Laurenziani, scritte da Gaspare Boncini, bibliotecario della Laurenziana.
51. Estense X* 34. [E.1]. Cfr. G. Rossi, in Giorn. stor. d. lett. it., xxxii (1899), 271 sgg. (descriz. e tavola). In questo codice, dopo le rime di Gualtiero Sanvitale, sono 7 componimenti falsamente attribuiti a Gualtiero stesso, di cui il primo è la nota egloga di Serafino Aquilano: «Silvan, mai mosse il ciel tanta ruina», e gli altri sei sono fra i piú noti sonetti di Lorenzo il Magnifico.
Nota. Di qualche altro codice, che non ci fu dato di rintracciare, abbiamo notizia. Nell’Inventario de li libri lasciati per la q. felice memoria dell’Ill.ma Signora Isabella d’Este marchesana di Mantova, pubblicato in Appendice (I.) all’art. del Luzio e Renier, La coltura e le relazioni letterarie di Isabella d’Este Gonzaga, in Giornt. st. d. lett. it., xlii (1903), p. 75, è ricordato: «n. 92. — Item Soneti di Lorencio di Medici in foglio scritti a mano coperti di capretto». È questo il cod. Estense 930 o un altro ms. perduto?
Parimenti non sappiamo che sia avvenuto d’un altro codice estense, che secondo il Lodi (Catalogo dei codici e degli autografi posseduti dal march. Giuseppe Campori, Modena, 1875, i, 133), conteneva rime del Magnifico, insieme con altre del Bembo, del Benivieni, dell’Alamanni. Le mie ricerche, aiutate qualche anno fa dal cav. Carta, bibliotecario dell’insigne libreria modenese, riuscirono infruttuose.
Gli editori della Granducale elencano poi due altri codici, che non mi fu dato di trovare: uno, membr. dei primi del 500, silloge di rime dei secoli xv e xvi, appartenente alla Biblioteca Chigi Zondadari di Siena; e l’altro cart., di proprietá dell’ab. Sebastiano Lotti, contenente, tra l’altro, molte canzoni a ballo del Magnifico e la Nencia da Barberino. Ma è copia moderna, dovuta probabilmente al Biscioni, tratta dall’edizione delle Canzoni a ballo, Firenze, 1568.