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nota 337

cancellato: «L’anno 1671: die 14 Aug.». A piè della pagina, della stessa scrittura: «I numeri segnati nel margine ad ogni componimento corrispondono ai fogli delle Poesie di Lorenzo de’ Medici stampate in Vinegia in casa de’ figliuoli di Aldo, 1554 in-8. Le composizioni non segnate non si ritruovono in quella edizione». Questo codice, tra i piú pregevoli per antichitá e bontá di lezione, contiene del Magnifico: 128 sonetti (cc. 1-30 v), 2 ballate (cc. 30 r-v), 5 sestine e 9 canzoni (cc. 31 r-47 v), 9 capitoli ed orazioni in terza rima (49 v-64 v), le Selve (65 v-94 r), 29 canzoni a ballo (94 v-109 v), 9 canti carnascialeschi (110 r-117 r), le Sette allegrezze d’Amore (117 v) e 5 laudi (120 v-123 v).

39. Napoletano della Nazionale XIII, D, 2 [Nap.].— Cart. della prima meta del sec. xvi; mis. 320×230, di cc. 138 non numerate, di cui sono bianche le prime 6 e le ultime 52. Nel recto della 6a carta una nota quasi indecifrabile, da cui sembra apparire che il cod. appartenne o fu trascritto da un tudertino. Nella stessa pagina diverse prove di penna forse piú recenti. Nel verso: «Rime del M. Lorenzo de’ Medici», e sopra «Joannis Baptiste Thedaldi». Anche questo ms. per la compiutezza e la bontá della lezione è tra i piú importanti. Sono qui raccolti: 149 sonetti (cc. 1-26 r), 5 sestine (26 r-28 r), 9 canzoni (28 v-39 v), 28 canzoni a ballo (39 r-46 r), 11 canti carnascialeschi (46 r-49 v), 6 laudi (49 v-51 v), 7 capitoli ed orazioni (51 v-57 v), due altre canzoni a ballo (57 v), le due Selve (57 v-66 v e 72 v-74 r) l’Ambra (66 v-69 v), il Furtum Veneris et Martis (70 v-71 r), il Simposio (74 v-80 r), e qualche altro componimento, qui attribuito al Magnifico.

40. Vaticano 3213 [V.]. È il celebre codice del fondo orsiniano, famoso non tanto pel suo valore (ché in fondo non è che una serie di estratti dal Laurenziano aragonese, 37 del 90° Pl. inf.), quanto perché si disputò se fosse autografo di Pietro Bembo. Certo appartenne alla sua biblioteca privata1. A c. 270 r e v un brano della lettera a don Federico d’Aragona col titolo: «Parole de la Epla di Lorenzo de Me | dici mandata a Don Federico de A | ragona figlio de Ferdinando Re di | Napoli, nel libro de Poeti antichi».


  1. Per i suoi ascendenti giá noti cfr. Casini, Le rime dei poeti bolognesi del sec. XIII, Bologna, 1881. p. xiii; e Giorn. st. d. lett. it., iii (1884), p. 162. Per la questione dell’autografia cfr. specialmente Cian, Un decennio della vita di m. Pietro Bembo, Torino, Loescher, 1885, p. 84; De Nolhac, La bibliothèque de Fulvio Orsini etc., Paris, Vieweg, 1887, pp. 310-11.
Lorenzo il Magnifico, Opere - ii. 22