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336 | nota |
barbuta. In alto in oro e azzurro: Sonetti e stanze composte [dal] Magnifico Lorenzo De Medici. Il codice porta lo stemma degli Obizzi, i cui libri vennero all’Estense alla fine del sec. xviii. Contiene di Lorenzo 40 sonetti (c. 1 r-20 v) e le Selve. Alcune aggiunte delle Selve e varie altre scritture alla fine del codice mostrano diverse mani del 5 e 600. Nell’ultima carta, in alto, una figurina a penna di buona fattura.
36. Parigino 554 [Par.]. Cfr. Mazzantini, I mss. italiani delle biblioteche di Francia, Roma, 1886-7, ii, 130 sgg. È la celebre copia della Raccolta aragonese, affine al Pal. 204 e al Laur. 37° del 90° Pluteo inf., su cui vedi Casini, Rime dei poeti bolognesi, Bologna, 1881, p. xi sgg. A c. 240 v, dopo le rime di notar Giacomo, cominciano le poesie di Lorenzo, adespote, con le parole: «Qui cominciano sonetti di... [lacuna]». Esse sono 9 sonetti, 2 canzoni e 5 ballate.
37. Parigino 1543 [Par.1]. Cfr. Mazzantini, i, 246; ii, 509 sgg. Questo codice del secolo xv ha molta affinitá col Mglb. II, ii, 75: cfr. Bartoli, I mss. della Bibl. naz. di Firenze, ii, 127 sgg.; Renier, in Giorn. stor. d. lett. it., iii, 234 sgg., e Saggio di rime inedite di Galeotto del Carretto, nella stessa rivista, iii, 231 sgg. Contiene di Lorenzo: le Stanze [Selve] (cc. 1-18 v), 50 sonetti, de’ quali i due primi non sono certamente suoi (cc. 18 v-27 r), le Sette allegrezze d’amore (cc. 27 v-28 v), il Corinto incompleto (cc. 28 v-29 v), il son. «Farete insieme, o musici, lamento», attribuito al Bellincioni (cc. 80 r-81 r), altri 6 sonetti (cc. 234 r-235 v), ed una stanza (c. 244 r) di dubbia autenticitá.
38. Marciano 243, Cl. IX Itat. [Mrc.]. Membranaceo, rilegato recentemente in cuoio; mis. 227×133; di cc. 124 mod. numerate. Il cod. ha poi una numerazione sincrona in rosso, che comincia col n. 11 alla c. 3 e comprende 131 fogli: mancano quindi in principio 9 carte. Sul dorso: «Poesie | di | Lorenzo | de Medici | Ms. — Classe IX | Cd. CCXLIII | — 423». Nel verso del cartone anteriore il cartellino: «Apostoli Zeni». La prima carta è finamente miniata con disegni ornamentali ed uccelli: a destra il ritratto di Lorenzo, sorretto da due amorini, e in basso uno stemma che porta in campo rosso una sbarra nera. Bellissima scrittura della fine del sec. xv; qualche correzione o aggiunta marginale della stessa mano, qualche altra dovuta ad Apostolo Zeno. Dopo il finis a c. 124 v: «Scripsit Joannes Ugolini Florentie die viii Januarij mcccclxxxxvj», e sotto, d’altra mano, quasi