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322 xvii - rime varie o di dubbia autenticitá

viii

Canto de’ votacessi.


     Di Bardoccio siam garzoni,
poveretti compagnoni.
Voi vedete la bigoncia
com’ell’è pulita e netta.
Chi non sa far poi si concia,
donne, d’altro che belletta;
ma chi cava, mette e getta
vòta il pozzo in due frugoni.
     Forse che vi parrá strano
a gustar quest’arte nostra;
se ci guarderete in mano,
pur assai vi si dimostra;
sí grand’è la terra vostra,
ch’arte c’è di piú ragioni.
     Insú e ’ngiú dimena un pezzo
col piombin, non resta punto
chi all’arte è ben avvezzo
e ’l grembiule ha sempre in punto;
se ’l piombin n’esce poi unto,
tu lo netta e lo riponi.
     Donne, in questo carnovale
da votar dateci un cesso,
ché sarebbe manco male
s’egli avesse qualche fesso;
pur votar fatelo spesso,
perché tutti siam garzoni.
     Ha ciascuno il suo piombino
grande e grosso e ben entrante:
quando al luogo sei vicino
e che ’l tondo è lí davante,
tu vel metti in un istante,
poi lo cavi e lo riponi.