Pagina:Lorenzo de' Medici - Opere, vol.2, Laterza, 1914.djvu/319


VI

CANTI CARNASCIALESCHI


i

Canto de’ romiti.


     Porgete orecchi al canto de’ romiti,
oggi per vostro ben dell’ermo usciti.
     Noi fummo al mondo giovani galanti,
ricchi di possessioni e di contanti;
ma sottoposti agli amorosi pianti,
sempre d’Amore sbeffati e scherniti.
     Stemmo gran tempo involti in la sua rete,
in man di donne belle e non discrete,
e, non potendo cavarci la sete,
fummo costretti a pigliar tai partiti.
     Siamci ridotti ad abitar nel bosco
per evitar d’amor l’amaro tosco;
e piú contenti in questo viver fosco,
che viver con Amor sempre in conviti.
     Vogliam piú presto mangiar erbe e ghiande
in libertá, che con tante vivande
servire Amor, ch’è una cosa grande,
per la qual molti son del senno usciti.
     Tenete strette allo spender le spanne,
perché queste insaziabili tiranne,
piú vane che ’l midollo delle canne,
non sazian mai lor bestiali appetiti.
     Serbate questi triboli per segno,
ch’ognun che sta nell’amoroso regno
tribola sempre, e non abbiate a sdegno
questo saggio consiglio de’ romiti.