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234 | xv - canzoni a ballo |
8
Vien drieto a questa l’ultima allegrezza,
ché Amor infin pur contentar ci vuole:
non si può dir con quanta gentilezza,
con che dolci sospir, con che parole
si perviene a quest’ultima allegrezza,
come si piange dolcemente e duole;
fassi certi atti allor, chi non vuol fingere,
che un dipintor non li potria dipingere.
9
Queste so’ l’allegrezze che Amor dá,
o donne, a chi lo serve fedelmente;
però gustile e pruovile chi ha
bellezza, gentilezza, etá florente,
ché perder tempo duole a chi piú sa.
Queste allegrezze, che detto ho al presente,
chi dice e pruova con divozione,
non può morir sanza l’estrema unzione.
9
Questo povero cieco, quale ha detto
queste allegrezze, a voi si raccomanda;
vorrebbe qualche caritá in effetto;
almen la grazia vostra vi domanda;
Amor l’ha cosí concio il poveretto,
come vedete, e cieco attorno il manda.
Fateli qualche ben, donne amorose,
che gustar possi delle vostre cose.
Il poveretto è giá condotto a tale,
che non ha con chi fare il carnasciale.