Pagina:Lorenzo de' Medici - Opere, vol.2, Laterza, 1914.djvu/234

228 xv - canzoni a ballo

     Par da prima un po’ fatica
fin che l’uomo siasi avvezzo;
non è alcun che poi non dica
contenta esserne da sezzo;
chi la danza mena un pezzo,
fin che vien quel ch’altri vuole,
nulla prima o poi li duole,
né vorre’ far altro giuoco.
     Un maestro c’è di scuola,
che bottega di ciò tiene:
chi avessi una figliuola,
che imparar volessi bene,
s’ella è sana delle rene,
saprá presto il giuoco bello;
fia come uno arrigobello,
come ará apparato un poco.
     E’ ci è bene un altro modo,
ma gli e piú pericoloso,
e perciò io non lo lodo,
perché è troppo faticoso;
pur, se c’è niun voglioso,
venga a me, che son maestro:
far l’insegnerò sí destro,
che non guasterá mai il giuoco.