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xv - canzoni a ballo | 217 |
xxiv
E’ convien ti dica il vero
una volta, donna mia:
benché forse egli è pazzia,
pur saprai il mio pensiero.
Tu non sai pigliar partito:
tu vorresti e poi non vuoi;
poi ti torna l’appetito:
servir vuo’mi e non sai poi.
Questo giuoco giá fra noi,
come sai, è stato un pezzo:
egli è pur cattivo vezzo
non fermare il suo pensiero.
Tu mi mandi una imbasciata
che mi tiene un pezzo lieto;
poi in un punto sei mutata:
ond’io resto tristo e cheto.
Tu non hai punto il discreto:
sciogli un tratto questo laccio:
trai e te e me d’impaccio,
ché gli è tempo, a dire il vero.
Tu hai pur tanto indugiato,
che se n’è avveduto ognuno:
prima, avendomi spacciato,
non se ne avvedeva alcuno.
Non guardar s’io t’importuno,
ch’io tel dico per tuo bene:
questo nuoce e a te e a mene;
non fermare il tuo pensiero.