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CAPITOLO VII
Giunti ove noi, il sere un di lor guata
e ghigna con un occhio mezzo chiuso;
e ’l sere allor: — Ben venga la brigata!
Quanto sarebbe meglio esser lá suso,
ove innanzi vendemia voi imbottasti5
qualche buon vino, calando a rifuso! —
Disse quel che accennò: — Ser, tu cantasti —
appena; e par l’altre parole ingoi,
e non può sciôr la lingua, e disse: — Or basti. —
E, volendo il mio duca abbracciar poi,10
drizzossi a lui; ma l’onda altrove ’l mena,
ed uno abbraccia de’ compagni suoi:
sí come un can che passa con gran lena
un fiume, e passar crede al dirimpetto,
ma piú giú ’l guida la corrente piena.15
— O sere, il nome di costor sia detto,
perch’io non paia a referir capocchio, —
diss’io, e lui ’l voler mésse ad effetto.
— Quel che tu vedi, che mi chiuse l’occhio,
sappi ch’egli è ’l mio Lupicin Tedaldi,20
c’ha in capo quella cioccia di finocchio:
sfavillan gli occhi, e’ piè non tien ben saldi;
e ’l viso rosso mostra e tose l’ali.
Ma odi quel che fêrno a questi caldi.