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140 xii - rime spirituali

vi

Cantasi come la canzona del Fagiano.          


     O Dio, o sommo bene, or come fai,
che te sol cerco e non ti truovo mai?
     Lasso! s’io cerco questa cosa o quella,
te cerco in esse, o dolce Signor mio:
ogni cosa per te è buona e bella,
e muove, come buona, il mio disio;
tu se’ per tutto in ogni luogo, o Dio,
e in alcun luogo non ti truovo mai.
     Per trovar te la trista alma si strugge;
il dí m’affliggo e la notte non poso;
lasso! quanto piú cerco, piú si fugge
il dolce e disiato mio riposo:
deh! dimmi, Signor mio, dove s’è ascoso:
stanco giá son; Signor, dimmelo omai.
     Se a cercar di te, Signor, mi muovo
in ricchezze, in onore od in diletto,
quanto piú di te cerco, men ti truovo;
onde stanco mai posa il vano affetto.
Tu m’hai del tuo amore acceso il petto;
poi se’ fuggito, e non ti veggo mai.
     La vista, in mille varie cose vòlta,
te guarda e non ti vede, e sei lucente;
l’orecchio ancor diverse voci ascolta,
e ’l tuo suono è per tutto, e non ti sente:
la dolcezza comune ad ogni gente
cerca ogni senso, e non la truova mai.
     Deh! perché cerchi, anima trista, ancora
beata vita in tanti affanni e pene?
Cerca quel cerchi pur; ma non dimora
nel luogo, ove tu cerchi, questo bene;
beata vita, onde la morte viene,
cerchi; e vita, ove vita non fu mai.