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ii - capitoli 123

     Te conosciam della natura, ch’era
in te, da te concetta; pien te intendo,
eternitá che sempre persevèra.
     In questo mio orar, quale a te rendo,
il ben della bontá tua adorando,35
questo impetrar da te sol bramo e intendo.
     Per questo gli umil prieghi a te, Dio, mando,
che vogli conservarmi nello amore
della tua cognizion perseverando.
     Né lasci separar giamai il mio core40
dal santo affetto o da sí dolce vita:
tu puoi, onnipotente alto Signore;
     tu vuoi, perché tu se’ bontá infinita.