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98 | xi - la rappresentazione di san giovanni e paolo |
facemmo tutt’a tre come far suole
ciascun che viene in vile e basso stato:
chi non sa e non può, tardi (s’occorre)
per ultimo rimedio a Dio ricorre.
Tu intenderai da Paulo e Giovanni,
per grazia e per miraculo abbiam vinto.
Conosciuto ho de’ falsi dèi gl’inganni,
della fede di Cristo armato e cinto;
disposto ho dare a lui tutti i miei anni,
quieto e fuor del mondan labirinto:
e di Costanza, sutami concessa,
t’assolvo, imperador, della promessa.
Costantino.
Tu non mi porti una vittoria sola,
né sola un’allegrezza in questa guerra;
tu m’hai renduto un regno e la figliuola,
piú cara a me che l’acquistata terra.
E, poi che se’ della cristiana scuola
ed adori uno Dio che mai non erra,
puoi dir d’aver te renduto a te stesso:
Dio tutte queste palme t’ha concesso.
E, per crescer la tua letizia tanta,
intenderai altre miglior novelle:
perché Costanza, la mia figlia santa,
ha convertite le tue figlie belle:
e tutti siate rami or d’una pianta,
e in ciel sarete ancor lucenti stelle:
per suoi vuol Gallican, Attica, Artemia
Dio, che per grazia e non per merto premia.
Gallicano.
Miglior novelle, alto Signore e degno,
ch’io non ti porto, or tu mi rendi indrieto:
ché, s’io ho preso e vinto un re e ’l regno,