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ii - comento sopra alcuni de’ suoi sonetti 87

     — Dunque qual disio face a voi, qual sorte
e temere e voler quel vi disface?
chi muove o scorge il passo lento e raro?
     — Natura insegna a noi temer la morte,
ma Amor poi mirabilmente face
suave a’ sui quel ch’è ad ogni altro amaro.


Leggesi in Omero, antiquo ed eccellentissimo poeta greco, che Giove, quando vuole mandare agli uomini nel mondo la sorte che a ciascuno si conviene, ha due grandissimi vasi, delli quali uno è pieno di sorte avverse ed infelici, nell’altro sono sorte felici ed infelici insieme confusamente miste. E, volendo mandare ad alcuno cattiva sorte, toglie di quelle del vaso, il quale le avverse sorte solamente contiene; volendo fare alcuno felice, gli manda dell’altro vaso, nel quale sono le avverse e prospere sorte mescolate; per denotare che facilmente gli uomini possono essere infelici sanza partecipazione d’alcuna felicitá, ma non possono giá essere felici sanza partecipazione di miseria. E, se alla confermazione di sí vera sentenzia non fussi abbastanza l’autoritá d’un poeta tanto eccellente, che fu chiamato «divino», la esperienza dell’umane cose ne rende assai abbundante testimonianza. Questa veritá seguitiamo ancora noi nel presente sonetto, ed, avendo nelli tre precedenti verificato due sentenzie, cioè la felicitá ed infelicitá degli amorosi pensieri, non pare che sanza vera cagione accaggia nel presente sonetto mostrare che la felicitá ed infelicitá amorose bene spesso sono congiunte e complicate insieme, anzi quasi sempre sono in compagnia, se bene tra loro or l’una or l’altra abbia maggiore potenzia. Né avviene questo solamente nelle cose amorose, ma ancora nelle naturali, e comunemente in tutti i casi che avvengono agli uomini; perché, quanto alle naturali, veggiamo tutte le cose che vivono al mondo constare d’oppositi e vivere per contrarietá d’umori, ed essere composte di cose che ciascuna per sé offende molto la natura di quella tale cosa. E, se non fussi la repressione degli umori contrari, non viverebbe alcuna cosa in questo mondo inferiore. E però si può dire tutti gli animali mortali, vegetativi, sensitivi e razionali non