Pagina:Lorenzo de' Medici - Opere, vol.1, Laterza, 1913.djvu/325


INDICE



I. Epistola a don Federico d’Aragona  pag.  1 

II. Comento del magnifico Lorenzo de’ Medici sopra alcuni de’ suoi sonetti 

»      9 
III. Rime:   
i. Amore ispiri alla sua donna compassione di lui  »  145 
ii. S’invaghí della sua donna in primavera  »  146 
iii. Ben guardi ogn’uom pria che sia mosso  »    ivi 
iv. Sonetto fatto per una donna che era ita in villa  »  147 
v. Privo della vista della sua donna, ha perduto ogni bene  »    ivi 
vi. Felice la terra ove dimora la sua donna  »  148 
vii. La sua donna agli altri dá pace, a lui guerra  »    ivi 
viii. Colui alfin vince, che la dura  »  149 
ix. Per una statua della sua donna  »    ivi 
x. Per un ritratto della sua donna  »  150 
xi. Sonetto fatto a Reggio, tornando io da Milano, dove trovai novelle che una donna aveva male  »    ivi 
xii. Spesso si perde ove s’acquista  »  151 
xiii. Privo della sua donna, non può vivere  »    ivi 
xiv. Lieve cosa è mutar il lieto in orrido  »  152 
xv. Vive in perpetua contradizione con se medesimo  »    ivi 
xvi. Morrebbe per lei con gioia  »  153 
Sestina I — Privo di speranze in Amore, aspetta la morte  »  154 
Canzone I — Ben conosce che Amore lo ha fatto schiavo; ma non sa né vuole liberarsi dalle sue catene  »  156 
xvii. La sua vita, avanti lieta, Amore ha fatta simile alla morte  »  159 
xviii. Combattono in lui Amore e Fortuna: né sa chi dalla lotta uscirá vincitore  »    ivi