Ma tu se’ sí leggiera, ch’io ho fede
che la tua levitá porria per l’acque
liquide correr sanza intigner piede.
Ma che paura drento al cor mi nacque,100
che non facessi come fe’ Narciso,
a cui la sua bellezza troppo piacque;
quando al bel fonte ti lavasti il viso,
poi, queta la tempesta da te mossa,
miravi nel tranquillo specchio fiso!105
Ah mente degli amanti stolta e grossa!
Partita tu, lá corsi, non credendo
la bella effigie fussi indi remossa.
Guardai nell’acqua, e, te non vi vedendo,
viddi me stesso; e parvemi esser tale110
da non esser ripreso, te chiedendo.
S’io non son bianco, è il sol, né mi sta male,
sendo io pastor cosí forte e robusto:
ma dimmi: un uom, che non sia brun, che vale?
Se pien di peli ho io le spalle e il busto,115
questo non ti dovrebbe dispiacere,
se hai, quanto bellezza, ingegno e gusto.
Tu non sai forse quanto è il mio potere:
s’io piglio per le corna un toro bravo,
a suo dispetto in terra il fo cadere.120
L’altrieri in uno speco oscuro e cavo
fui per cavare una coppia d’orsatti,
ove appiccando con le man m’andavo.
Giunsi alla tana; e, poi ch’io gli ebbi tratti,
sentími l’orsa rabida e superba,125
e cominciommi a far di cattivi atti.
Io colsi un duro ramo, e sopra l’erba
la lasciai morta, e reca’ne la preda;
la qual, se tu vorrai, per te si serba.
Alle braccia convien che ognun mi ceda:130
vinsi l’altrier, per la festa di Pana,
una vacca, che avea drieto la reda.