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282 | iv - selve d’amore |
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sí come nave in alto mar, percossa
da rapidi e tra lor contrari venti,
travaglia, ma del luogo non è mossa,
s’avvien che sieno equalmente potenti:
ma, se l’un sforza e piú che l’altro possa,
stanca e alfin vinta va drieto a’ perdenti.
Oh miser mondo! anzi stolto a chi piace,
o crede in tanta guerra trovar pace!
117
Arda almeno, arda questo foco tanto,
che gli altri tristi umor tutti consumi,
poi si ritorni al primo loco santo:
né altri piú di furarlo presumi:
torni il dolce ozio sanza speme o pianto:
sudin le querce il mèl, corrino i fiumi
nettare e latte, i dolor sien cacciati,
ardan di dolce amore i cor beati.
118
In questi dolci luoghi, in questi tempi
pommi, Amor, con la bella donna mia,
nell’etá verde, ne’ primi anni scempi,
sanza speranza e sanza gelosia:
né ’l tempo mai l’etá matura adempi,
ma il nostro dolce amore eterno sia:
non piú bellezza in lei, non altro foco
in noi, ma sol quel dolce tempo e loco.
119
Quel dolce loco e basso paradiso,
quel bel tempo non ha altro difetto
che di veder Madonna bella in viso:
questo lo fa dolcissimo e perfetto,
se sente le parole o il suave riso
sopra quel ch’è vero amore e diletto:
l’oro di quella etá quasi divina
nel dolce foco di mia donna affina.