Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
238 | iii - rime |
cvi
[Nuova ferita d’Amore.]
Era giá il verde d’ogni mia speranza,
sí come Amor volea, ridotto al bianco:
pareva il cor di sua virtute manco,
onde perduto aveva ogni baldanza;
quando quella virtú ch’ogni altra avanza,
Amor, si trasse uno stral d’òr dal fianco,
e punse il core invitto, altèro e franco
con forza da spezzare ogni costanza.
. . . . . . . . . .
. . . . . . e piú preso ne avria
se non che gli amorosi inganni teme.
Fra l’erba ricoperto un laccio teso
veder li parve; or non so qual piú sia
cresciuto in me, o il timore o la speme.
cvii
[«Gran fiamma in un tratto non si spegne».]
Non son contento ad un commiato solo
per dipartir dalle amorose insegne:
ché gran fiamma in un tratto non si spegne,
né in breve sanar puossi un lungo duolo.
. . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . .
dolce disir, parole accorte e degne,
or me a’ primi miei pensier involo.
Lacrime mie d’ogni dolcezza piene,
sospir suavi e rimutate sorte,
ch’altro destín, altri pensier m’induce;
concesso pur mi sia questo sol bene,
di ricordarmi almen fino alla morte
l’angelica mia viva e chiara luce.