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ii - comento sopra alcuni de’ suoi sonetti | 135 |
è, potendo avere la opinione alcuna certezza, non si quieta, ma giudica le cose piú presto per comparazione e rispettive che secondo il vero. Verbigrazia, io dirò: — Il tale è un grande uomo, — perché eccede di alquanto la grandezza di tre braccia, ove comunemente termina la statura degli uomini. E se gli uomini si trovassino grandi quattro braccia, quello che fussi tre braccia e mezzo sarebbe reputato piccolo. Chiamerassi tra gli etiopi, di natura neri, bianco uno che sará manco nero che gli altri; e tra questi occidentali uno nero che tra gli etiopi sarebbe candidissimo. Dirai: — Il tale è buono, — che, secondo Davit profeta, «non est usque ad unum»; ma chiamerassi buono, rispetto alla malizia degli altri. Tale è oggi ricchissimo a Vinegia, in Firenze ed altrove, che colle medesime facultá al tempo della monarchia di Roma sarebbe suto mendíco a comparazione di molte altre maggiori ricchezze. E però diremo secondo la opinione umana non poter essere scienza d’alcuna cosa, ma giudicarsi il meglio essere quello che piú s’accosta al bene, o vero che piú si discosta del contrario suo. E se, per esemplo, a uno paressi molto piú bella una perla quanto fussi piú chiara e candida, cioè quanto piú si appressassi alla vera e perfetta bianchezza, la vorrebbe vedere in un campo nero ed in qualche colore oscuro, accioché quella comparazione del contrario suo mostrassi la perla accostarsi piú alla vera bianchezza. Ed ancora che la prima intenzione sia questa bianchezza, vi mescola il colore nero che gli è opposito, ingannandosi e parendogli che questo gli dia forza, perché in fatto quella perla non è piú bianca sul nero che fussi sul bianco. Quinci nasce la bellezza, che procede dalla varietá e distinzione delle cose, perché l’una per l’altra piglia forza, e pare che piú si appressi alla sua perfezione. Perché, se la opinione intendessi il vero, solamente quelle cose che sono piú belle eleggeremo, sanza ammistione di altre cose meno belle, e dove nella vita umana per somma bellezza comunemente cerchiamo la varietá, se intendessimo perfettamente, prima ad ogni altra cosa la fuggiremo.
Tutto questo discorso è paruto necessario, trattando nel presente sonetto della somma bellezza che venne nel viso della