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ii - comento sopra alcuni de’ suoi sonetti |
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amore, cioè il core della cosa amata. Perché due cose sono nello amante, che si hanno a pascere ed adempiere: cioè li sensi, per li quali si conosce cosí le bellezze visibili, come dolcezza di parole ed altri sensitivi ornamenti o naturali o accidentali; ed il core, al quale piacendo quelle cose, tanto che si trasforma in altri, come abbiamo detto, si pasce della reciproca transformazione del core amato nello amante. Se queste adunque sono le felicitá delli amanti, la infelicitá consiste nella privazione di queste, che non può essere se non per mezzo della gelosia ed assenzia giá dette. E però, trovandosi in questi nostri versi bene spesso la deplorazione della assenzia, non è maraviglia; perché, dettando la passione il verso, maggior passione muove piú numero di versi, ed, essendo grandissima passione l’assenzia della cosa amata, tanto piú spesso ricorreva il mio core al remedio de’ versi, quanto spesse volte accade l’assenzia mia sempre con grandissimo mio dolore. Trovandomi adunque dilungato dalli occhi della donna mia, e per qualche tempo e per assai intervallo di luogo, cominciai meco medesimo a pensare, non senza gran passione, quello che in quel punto facessi la donna mia, ove sedessi e quel pensassi, e chi fussi degno di tanto bene o tanto in grazia della fortuna, che, essendo veduto da’ suoi belli occhi o tócco dalla mano sua, fussi felicissimo; né potendo intendere quello che desideravo da altri che da Amore, lui ne domandavo, e, non volendo lui darmi alcuna risposta, pensai meco medesimo chi potessi portarmene qualche novella. Né occorse alli miei lacrimosi occhi piú espedito messo che le lacrime, le quali da loro uscivano; ma, non potendo però aggiugnere al luogo dove era la donna mia, perché il loro cammino si finiva in sul petto mio, dove cadevano, o alla piú lunga insino a terra, la quale le mie lacrime bagnavano, il core allora, veggendo tornar vano il disegno delli occhi, e le lacrime non potere arrivare alla mia donna, deliberò mandare a lei molti sospiri, pure per intendere qualche novella. E qui si verifica quello abbiamo detto di sopra, mettendo li occhi per tutti i mezzi sensitivi, che hanno per obietto la esteriore bellezza, ed il core, che aveva per obietto il core della