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     Ma coll’inutil pianto
     Il cuor frigno unqua a pietà non volse.
     Il Mar Leucadio asconde
     L’inutil cetra e il bel corpo nell’onde.
Gli antichi tristi esempj
     Euterpe a che rammenti?
     Vano è cercar portenti
     Di beltà di valor ne’ prischi tempi;
     Più delle gemme e l’auro
     Oggi fra noi s’onora
     Serto di verde lauro,
     E al crin lo cinge il molle sesso ancora:
     E tu Bergamo il sai
     Che di Lesbia ne’ carmi eterno andrai.
Di Lesbia il dolce viso
     Ne’ petti a mille a mille
     Desta d’amor faville,
     E il Ciel serena al lampeggiar d’un riso.
     Non v’ha Faon sì crudo
     Che a que’ possenti strali
     Faccia or del petto scudo,
     Ch’Ella piaga gli Dei non che i mortali;
     E lieto benedice
     Di Lesbia i ceppi il prigionier felice.