400Vedremo allor volume aureo cresciuto
Ceder loco maggior Stampa, e Colonna.
Or de gli estinti ne le mute case
Non ti parrà quasi calar giù viva
Su l’esempio di lui, da la cui cetra 405Tanta in te d’armonia parte discese?
Scarnata ed ossea sù l’entrar s’avventa
Del can la forma: ah non è questo il crudo
Cerber trifauce cui placar tu deggia
Con medicata cialda: invano mostra 410Gli acuti denti; ei dorme un sonno eterno.
Ossee d’intorno a lui con cento aspetti
Stanno silvestri, e mansuete fere:
Sta senza chioma il fier leon, sù l’orma
Immoto è il daino; è senza polpe il bieco 415Cinghial feroce, senza vene il lupo,
Senza ululato, e non lo punge fame
De le bianche ossa de l’agnel vicino.
Piaccia ora a te quest’anglico cristallo
A’ leggiadri occhi sottoporre; ed ecco 420Di verme vil giganteggiar le membra.
Come in antico bosco d’alte quercie