Ah se così dopo il sottil lavoro
Di vigilati carmi, orror talvolta 380Vano di membra, il gel misto col foco,
Ti va le vene ricercando, e abbatte
La gentil da le Grazie ordita salma:
Quanto d’Italia onor, Lesbia, saria
Con l’arte nova rallegrarti il giorno!
385Da questa porta risospinta al lampo
Dei vincitor del tempo eterni libri
Fugge ignoranza, e dietro lei le larve
D’error pasciute, e timide del sole.
Opra è infinita i tanti aspetti, e i nomi 390Ad uno ad uno annoverar. Tu questo,
Lesbia, non isdegnar, gentil volume
Che s’offre a te: da l’onorata sede
Volar vorrebbe a l’alma autrice incontro.
D’ambe le parti immobili si stanno, 395Serbando il loco a lui, Colonna, e Stampa.
Quel pur ti prega che non più consenta
A l’alme rime tue, vaghe sorelle,
Andar divise, onde odono fra ’l plauso
Talor sonar dolce lamento: al novo