Lanciati sassi al ciel. Altro fu svelto
Dal sempre acceso Stromboli; altro corse 135Sul fianco del Vesevo onda rovente.
O di Pompeo, o d’Ercole già colte
Città scomparse ed obbliate, alfine
Dopo si lunga età risorte al giorno!
Presso i misteri d’Iside, e le danze 140Dal negro ciel venuto a larghi rivi
Voi questo cener sovraggiunse, in vọi
Gli aurei lavor di pennel greco offese.
Dove voi lascio innamorati augelli,
Sotto altro cielo, ed altro sol volanti? 145Te risplendente del color del fuoco;
Te ricco di corona; te di gemme
Distinto il tergo;, e te miracol novo
D’informe rostro, e di pennuta lingua?
Tu col gran tratto d’ala il mar traversi; 150Tu pur esile colibri vestito
D’instabili color de l’etra a i campi
Con brevissima penna osi fidarti.
Ora gli sguardi a se col fulgid’ostro
Chiaman de l’ali, e con le macchie d’oro