65Il liquido mercurio; arde funesto
L’arsenico; traluce a i sguardi avari
Da la sabbia nativa il pallid’oro.
Che se ami più de l’eritréa marina
Le tornite conchiglie, inclita Ninfa, 70Di che vivi color, di quante forme
Trassele il bruno pescator da l’onda!
L’aurora forse le spruzzò de’ misti
Raggi, e gode talora andar torcendo
Con la rosata man lor cave spire: 75Una del collo tuo le perle in seno
Educò verginella; a l’altra il labbro
De la sanguigna porpora ministro
Splende; di questa la rugosa scorza
Stette con l’or sù la bilancia, e vinse. 80Altre si fero, in van dimandi come,
Carcere, e nido in grembo al sasso; a quelle
Qual Dea del mar d’incognite parole.
Scrisse l’eburneo dorso? è chi di righe
E d’intervalli sul forbito scudo 85Sparse l’arcana musica? da un lato
Aspre, e ferrigne giaccion molte:, e grave
D’immane peso assai rosa da l’onde