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l’Ulisse; e l’altro poesie ben degne di tali auspici, non che del cedro, le Rime del Tartarotti: chè certo amendue veggendo oggi che versi da voi si mandano colà dove pur eglino ne mandarono, e che noi alle loro affezioni e perfetti giudicj conformiamo i nostri a tal segno, n’esulteran molto, e a maraviglia terran tenore coll’animo a quest’Invito, e a questa mia lettera. Or mirate quale specie di esquisita armonia d’ingegni, di affetti, di voleri, di omaggi! Se non che duolmi che tutti si accorgeranno come venga in parte turbata, mio malgrado, da me che l’ho cerca.

Pavia 20, Aprile 1793.