gliaste in giudice, e fautrice di Lettere e di Epigrammi, da’ quali nessuno saprà raccogliere la natural pigrezza dell’età i cui voi fatte cenno; e d’onde deriva un sottile epigramma in lode vostra, senza che alcuno ve ne possa tacciar d’orgoglio. Or io tengo per fermo che questo Invito uscirà ancor più caro, offerendo subito all’occhio alcunchè di vostro. Quanto non crescon elle di pregio certe significazioni de’ nostri sentimenti, dove così abbraccino e stringano gli altrui, che parecchi compariscano un solo! E fra questi sentimenti sembrammi mescersi ancora quelli de’ due comuni amici, chiarissimi uomini l’un de’ quali intitolò già a Lesbia una sua tragedia tutta greche fattezze,