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mato alla pubblica amministrazione. Così quell’uomo grande in ogni cosa, potè pur mostrarsi valente magistrato, e membro della commissione d'istruzione pubblica, si adoperò pel vantaggio delle lettere: straniero allo spirito di parte, come sordo alla voce mentita di chi si insinua nei segreti pensieri onde nuocere altrui, giusto non apprezzò che il merito, e amica stese la mano a chi s’avviava sul sentiero della virtù.

In questo mezzo venne chiamato a Parigi per l’importante bisogna dei pesi e delle misure, onde far parte di un consesso che componeasi de’ più grandi uomini d’Europa. Innanzi a quegli seppe egli coll'alacrità del suo genio mostrarsi maestro di coloro che sanno. Allora fu che morì il Matematico Borda, ed ei ne pianse la perdita con quella