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chiude un vero tesoro di belle arti. Questo tempio, vero santuario dell’arti belle consiste in un elegantissimo ottagono, adorno di stucchi, cornici, fregi e pitture fra le quali si ammirano le tele di Antonio Fossato detto il Borgognone, e quelle de’ nostri Piazza. Il seicento guastò l’antica volta, che era adorna di pitture del Luino e del Lomazzo, per sostituirvi delle goffe statue ed ornati barocchi.
Oggidì, mercè le cure di apposita commissione artistica, e generoso concorso della proprietaria Congregazione di carità, viene il Santuario ridonato alla pristina bellezza ed eleganza. Le vaghissime pitture in fresco, che adornano le lesene, i fregi, e i vari scompartimenti ad angolo, appartengono alla scuola del Callisto. Ammirabili sono pure e l’altar maggiore, ricco di breccie africane ed altre pietre orientali, e bronzi dorati, e l’annesso coro, ornato di begli affreschi e di sorprendenti intagli in legno del concittadino Carlantonio Lanzani.
Di bella architettura del secolo scorso sono anche le chiese di S. Filippo, S. Maria del Sole, e della Maddalena. Vari pregevoli dipinti ad olio e a fresco si veggono altresì nella chiesa di S. Lorenzo, che racchiude la tomba di Lodovico Vistarmi, in quella di S. Tommaso, nella gotica Sant’Agnese, nella chiesa dello Spedale ov’è una Discesa dello Spirito Santo di Giulio Cesare Procaccini.
Degno di speciale ricordo si è il tempio di S. Francesco, innalzato e dotato dalla generosità di Antonio Fissiraga nel 1287. La facciata è di stile gotico e l’interno a croce latina e a tre navate, colle pareti qua e là ornate d’antichissime pitture della scuola lombarda, lodevolmente restaurate, or son pochi anni, dal Knoller. Lapidi, stemmi, ritratti, busti e dipinti, molti dei quali a memoria di defunti e di famiglie tuttora esistenti e portanti bellissimi ornati e tagli di vesti e suppellettili, fanno di questo tempio un patrio museo di archeologia e belle arti e principalmente de’ secoli più oscuri della pittura. Sonvi i busti del poeta Lemene, e del giureconsulto Azzati colle relative iscrizioni, e il monumento ad Antonio Fissiraga. Nella cappella di S. Bernardino ammirasi un magnifico affresco rappresentante la Vergine col Bambino, opera vuoisi del celebre Gian Giacomo da Lodi. In quella di S. Antonio l’incontro di questo santo con Ezzelino da Romano, è bellissimo dipinto del Trotti, detto il Malosso. Nella cappella di S. Catterina il Martirio è di Camillo Procaccini; in quella della Concezione i quattro bellissimi dipinti ad olio furono eseguiti da Giulio Cesare Procaccini.
Fra gli edifizi della città vogliono essere notati anche il teatro Sociale, non vasto ma molto elegante, l’ospedale Fissiraga, e l’ospedale maggiore. E questa una costruzione di grandiosa architettura, eretta nel 1457, rinnovata in parte nel secolo XVII, ed ampliata nello scorso. Esso contiene un cortile circondato da portici molto pregevoli per ornati ed architettura lombarda. L’attiguo dispensatorio dei medicinali ha una stupenda volta dipinta nel 1597 a lavori raffaelleschi.
Lodi è città oltremodo ricca d’istituzioni utili. Per la pubblica istruzione essa conta 28 classi di scuole elementari per ambo i sessi con circa 1330 fra allievi ed allieve, dieci classi d’asilo per l’infanzia con più di 500 bambini, scuole festive e serali, frequentate in media da più di 800 fra artigiani ed adulti; un regio liceo e ginnasio, una scuola tecnica ed una normale maschile con annesso convitto, che è fra le prime del regno, una scuola magistrale femminile, un