Pagina:Lodi monografia storico-artistica 1877.djvu/18

10 capo i.


con eleganti ornati e medaglie del secolo XV, il sontuoso palazzo Ghisalberti, l’episcopio, il palazzo Barni, quello Griffini, già Maineri, con bella porta romana adorna dei ritratti degli imperatori Vespasiano ed Antonino ed un’elegante finestra dell’epoca del rinascimento, le belle e comode caserme per la cavalleria, ecc., ecc.

Rimarchevole è la piazza maggiore, formata da un bel quadrato, cinto da portici, da un lato della quale la moderna architettura dell’elegante loggia municipale contrasta colla semigotica facciata del Duomo.

Il palazzo del municipio, o broletto, risale al 1284, successivamente ritoccato, e adorno d’un loggiato nel 1656. In fronte al medesimo vedonsi due monumenti con iscrizioni, che i Lodigiani eressero alla memoria del console romano Gneo Pompeo Strabone, restauratore di Lodi vecchio, e dell’imperatore Federico Barbarossa fondatore della città nuova. Sotto il portico una bella lapide commemora i prodi Lodigiani caduti per la salute della patria comune. D’ambo i lati collocaronsi con bel pensiero i busti in marmo di Cavour e Garibaldi, i due personaggi che più contribuirono al risorgimento d’Italia.

La cattedrale, dedicata a M. V. Assunta, fu eretta l’anno stesso della fondazione della città (1158), e se ne crede architetto quello stesso Tinto Muzio de Gata che diresse la costruzione di Lodi nuovo: essa però non serba d’antico che poche parti esteriori; così il lato esterno verso la canonica e la piazza del mercato e la facciata. Gli ornati della porta maggiore e della laterale verso il Broletto appartenevano alla cattedrale di Lodi antico, dalle cui ruine fu tolto quanto si potè per la nuova costruzione. I due finestroni laterali, di stile bramantesco, furono aperti nel secolo XVI. Il campanile fu ricostrutto nello stesso secolo su disegno di Calisto Piazza. Vetustissima è la statua in bronzo dorato di S. Bassiano al timpano della facciata. L’interno fu restaurato una prima volta verso la metà del secolo XV, una seconda verso la metà dello scorso, sicchè l’architettura primitiva ne rimase totalmente alterata. Sono veramente maestose le tre scalinate corrispondenti alle navate che conducono all’altar maggiore ed alle cappelle laterali. Il visitatore di questo tempio vi troverà due bellissime tavole di Calisto Piazza, tre di Ercole Procaccini, un’Annunciata ed un Crocifisso di Giulio Cesare Procaccini, i quadri del Lanzani e del Malosso; il monumento dei conjugi Bassano Pontano ed Orsola Spini, eseguito nel 1510, e due antichissimi bassorilievi, rappresentanti l’uno S. Ambrogio e S. Bassiano, e l’altro i dodici Apostoli, sulla parete della scalinata a sinistra. Dalle tre navate si discende per quattro scale nel sotterraneo, nel quale è posto l’altare di S. Bassano con ricca urna d’argento e cristalli, chiusa in altra di marmo a scoltura, che contiene le ossa del patrono della città, trasportatevi nel 1163. Nella sala capitolare attigua alla chiesa, si ammira una Pietà di Callisto Piazza, e conservasi il così detto tesoro di S. Bassiano, oggidì ridotto ad un grandioso ostensorio d’argento massiccio, ornato di ceselli e figure in getto, un baldacchino ricamato in perle e pietre preziose, qualche calice e pianeta, lavori del secolo XV e dono del vescovo Carlo Pallavicini.

Non poche altre chiese conta Lodi: noi diremo soltanto delle principali. Il santuario dell’Incoronata, innalzato a spese dei cittadini nel 1487 sopra disegno di Giovanni Battaggio, rinomato architetto lodigiano, che alcuni dicono attingesse consigli dal Bramante (e bramantesca n’è infatti l’architettura), rac-