Pagina:Lockyer - Astronomia, 1904.djvu/73


La Terra e i suoi movimenti. 61

servando il Sole per alcuni giorni di seguito dopo il solstizio d’inverno (22 dicembre), che esso di giorno in giorno sale e diventa sempre più allo sull’orizzonte quando arriva al meridiano, che esso culmina cioè ogni giorno sempre più alto, e che così fu per sei mesi fino al solstizio d’estate; avrete notato ancora che, dopo quest’epoca, la sua culminazione si fa sempre più bassa, finchè trascorsi altri sei mesi, raggiunge di nuovo il suo limite inferiore.

Voi però, che abitate in Italia, non avrete mai visto il Sole culminare più vicino all’orizzonte di quel che ogni anno culmini ai 22 di dicembre, nè mai nelle sue culminazioni avvicinarsi allo zenit più di quel che ogni anno faccia ai 22 di giugno; e avrete ancora avvertito che, quando si ha da noi il giorno uguale alla notte, il Sole culmina in un punto del cielo che giace a metà distanza fra quello a cui corrisponde la culminazione più alta, e quello a cui corrisponde la più bassa.

Nel nostro emisfero l’estate comincia nel giorno in cui avviene la culminazione più alta del Sole, l’inverno quando ha luogo la sua culminazione più bassa; nel discendere dalla più alta alla più bassa, il Sole passa necessariamente per una culminazione media fra le due; nel salire dalla più bassa alla più alta fa altrettanto; ad una delle due culminazioni medie principia l’autunno, all’altra comincia la primavera.

58. V’ha pertanto un rapporto necessario fra l’altezza meridiana del Sole, la durata del giorno e le stagioni. Esaminiamolo bene ed attentamente.

Noi chiamiamo giorno il periodo di tempo durante il quale il Sole è visibile sopra l’orizzonte, ossia il periodo compreso fra il suo nascere e il suo tramontare. Ora, man mano che i giorni, a partire