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240 | Prime nozioni di astronomia |
restre sia troppo intensa perchè diventi possibile ottenere della corona sopra una lastra fotografica sensibile una immagine, una traccia anche leggera ma sicura.
Tentativi diversi di risolvere il difficile problema furono fatti con poco successo; tentativi che dànno qualche speranza di riuscita furono ultimamente ripetuti dal sig. Deslandres di Parigi.
L’idea su cui i medesimi si fondano è la seguente; fotografare i dintorni del Sole utilizzando successivamente luci di colore diverso, nella speranza di riuscire così a scoprire una regione dello spettro nella quale la luce della corona superi per intensità la luce diffusa dal cielo. In alcune delle lastre fotografiche così ottenute, in quelle specialmente per le quali fu utilizzata luce ultra-violacea, forme analoghe a quella della corona appaiono attorno all’immagine del disco solare, ma che esse siano una rappresentazione reale della corona e non provengono piuttosto da difetto di strumento o di fotografia, non è ancora ben certo.
Durante la eclisse totale di Sole del 28 maggio 1900 fu in modo speciale studiata l’irradiazione termica della corona.
La luce azzurra diffusa del cielo, la quale ci nasconde le stelle e la corona del Sole, è ricca di raggi molto rifrangibili (azzurri), ed è probabilmente povera di raggi (rossi) di piccola rifrangibilità.
È verosimile che un occhio, il quale fosse sensibile soltanto ai raggi infrarossi estremi, vedrebbe le stelle in pieno giorno, e tutto porta a pensare che per riuscire a riconoscere la corona solare, anche a Sole non totalmente eclissato, basterebbe poterne fotografare l’immagine utilizzandone i soli raggi termici.